Questa mattina alla Triennale di Milano, manager, boss, architetti e altri hanno presentato gli ultimi progetti del blasonato cantiere viareggino che quest’ anno taglia il traguardo delle 140 candeline. Dopo una breve presentazione aziendale, dove il dato che mi ha frastornato maggiormente è quella quota di export delle nostre belle navi: 96%!In ogni caso, il cantiere procede piuttosto bene e si afferma come il più grande cantiere mondiale a capitale privato, con un network commerciale giovane e dinamico che copre quasi tutto il globo. La produzione è totalmente italiana e impiega direttamente, tra i vari siti produttivi, oltre 2000 dipendenti. Il portafoglio ordini è decisamente incoraggiante e il valore della produzione in questi anni si è assestato su cifre considerevoli, con un reinvestimento in ricerca e innovazione da parte dell’azienda di centinaia di milioni di euro. L’occasione per spegnere le candeline è stato il Design Innovation Project, una sorta di bando di concorso presentato durante lo scorso Montecarlo Yacht Show dove il cantiere ha affidato la realizzazione di concept per la linea Custom di Benetti da 50 a 90 metri e oltre. 16 gli studi di progettazione chiamati a proporre la loro idea circa la nave ‘del futuro’ per 27 progetti preliminari che ora il cantiere può proporre alla sua clientela in tutto il mondo.
Alla ‘tenzone’ hanno partecipato le più note firme del momento, da Bannenberg a Gatto, da Nauta Design a Luiz de Basto per arrivare a famosi designer totalmente digiuni di nautica, due UFO (per loro stessa ammissione) che però proprio come outsider e liberi da vincoli e canoni convenzionali, hanno meritato la presentazione durante questa giornata.
I due UFO sono la coppia Palomba Serafini dell’omonimo studio di Architettura, mentre il risultato del loro ingegno è stato un intrigante concept che decisamente rompe con gli schemi ‘classici’ cui siamo abituati e che risulta evidente anche guardando i progetti presentati dagli altri professionisti, quasi tutti decisamente interessanti ad eccezioni di uno che, a parere dello scrivente, sembra più un progetto ispirato a quelle barche porta passeggeri che fanno la spola tra le isole italiche.
Non è un ready-made di Duchamp s’intende, ma il Jolly Roger da loro presentato è sicuramente un progetto che, benchè fortemente passibile di critiche, si innesca nel solco di quelle navi che non lasciano indifferenti. Spazi, volumi, geometrie… Tutto è diverso e un po’ sconvolgente. Ma il giudizio spetta anche a chi legge.
Nella speranza dunque di vedere il Jolly Roger realizzato – anche il nome del progetto è piuttosto evocativo e battagliero – Buon Compleanno Benetti!
Sotto una panoramica dei progetti presentati.